L’albero di Natale ha origini pagane e grazie al grande uso che se ne è fatto negli anni è arrivato fino ai giorni nostri, venendo adottato anche dal cristianesimo.
L’usanza e l’importanza data a questo simbolo è stata diversa nel corso degli anni, variando da popolazione a popolazione. Ad esempio, per quel che riguarda la popolazione celtica, si narra che i druidi, gli antichi sacerdoti celtici, consideravano gli abeti, che sono alberi sempreverdi, ossia con foglie anche durante l’inverno, un simbolo di lunga vita. Anche per i vichinghi l’abete (rosso) era simbolo di vita e gli venivano addirittura associati dei poteri magici. Persino i romani usavano decorare i rami di pino che portavano all’interno delle loro abitazioni.
Ma, come dicevamo, nonostante l’avvento del cristianesimo questa usanza non cambiò. Inizialmente veniva vista con scetticismo e contrarietà, in quanto di origine pagana, ma pian piano finì con l’essere inglobata nelle tradizioni cristiane, andando a simboleggiare l’albero posto al centro del giardino dell’Eden che, simbolo della caduta dell’umanità, diventa anche l’albero intorno al quale l’umanità ritrova il perdono. Le prime tracce di “alberi cristiani” si hanno attorno al 1500 tra le attuali Estonia e Lituania.
Esiste anche una leggenda sulla nascita di questa usanza. Questa storia ha luogo in Germania, dove un uomo, rimasto incantato dal bagliore delle stelle che luccicavano in mezzo ai rami di un abete per via del ghiaccio formatosi per il freddo, decise di portarlo a casa sua e decorarlo con dei nastri e delle candele bianche.