La sindrome di Down, detta anche trisomia 21, è una condizione cromosomica causata dalla presenza di una terza copia (o una sua parte) del cromosoma 21. La più comune anomalia cromosomica nell’uomo, solitamente è associata ad un ritardo nella capacità cognitiva e nella crescita fisica, oltre che ad un particolare insieme di caratteristiche del viso. Ma è ugualmente diffusa nelle varie etnie umane?
In effetti sì. Ma allora perché ci sembra di vedere solo persone down bianche? Ci sono vari motivi:
- In primis, essendo in Italia i bianchi in maggioranza, statisticamente è difficile incontrare persone con condizioni rare tra le minoranze, come neri, asiatici, etc.
- Spesso le famiglie che fanno parte di minoranze tengono i propri figli con disabilità a casa, per paura di discriminazioni maggiori.
- Esiste una netta disparità nella vita media di persone affette da sindrome di Down: la speranza di vita media (a fine secolo) era di 50 anni per i bianchi, 25 per i neri e 11 per persone di altre etnie.
- Siamo più abituati a notare le fisionomie facciali della nostra etnia, quindi con maggiore difficoltà notiamo una condizione simile non tra i bianchi.
- Inoltre raramente interagiamo con persone che fanno parte di minoranze etniche, e anche questo contribuisce.
La lieve disparità nella diffusione alla nascita della sindrome potrebbe dipendere dal fatto che tra le persone di colore si tende a fare figli da più giovani, riducendo leggermente l’incidenza della malattia, ma ciò risulta un effetto molto piccolo e quindi praticamente trascurabile.
Bonus: per via della somiglianza nei tratti somatici tra i bambini con la sindrome e i bambini di razza mongola, Down utilizzò il termine “mongoloide” per descrivere la condizione, addirittura facendo risalire la causa ad una teoria etnica (ovviamente ciò si rivelò falso).