Ultimamente si parla molto di blue monday, il lunedì più triste dell’anno, blue whale, gioco che conduce al suicidio… Il colore blu viene generalmente associato alla tristezza, alla malinconia, alla depressione… ma per quale motivo?
Beh, se pensiamo al colore blu non associamo sicuramente esperienze particolarmente divertenti o movimentate. Molto probabilmente pensiamo a una rilassante distesa d’acqua, o a un freddo inverno. È di sicuro un colore che associamo più facilmente alla stabilità o a tempi difficili piuttosto che ad esperienze stimolanti!
Soprattutto nella cultura americana blu è sinonimo di tristezza. È qui infatti che l’espressione feeling blue, letteralmente sentirsi blu, è da intendersi come sentirsi triste.
Secondo alcuni questo utilizzo della parola Blue potrebbe derivare da un’abbreviazione di Blue Devils, letteralmente demoni blu, degli esseri citati nei Times’ Whistle, raccolta poetica risalente al ‘600, responsabili di causare tristezza e depressione. Probabilmente i demoni, in origine, erano Blew Devils, ovvero dei demoni “che soffiano”. Con il tempo blew pare essersi trasformato in blue vista la simile pronuncia.
Blu era anche il colore delle bandiere delle navi quando moriva il capitano o un altro alto ufficiale. Secondo alcuni è questo il principale motivo.
In realtà pare non esistere una chiara e unica spiegazione.
Qui in Italia, invece, il ruolo del “blue” è interpretato più che altro dal nero: viviamo un periodo nero, vediamo nero, o descriviamo il nostro umore come nero.
Bonus: Secondo uno studio compiuto dall’Università di Rochester, a New York, la tristezza pare alterare la capacità di distinguere i colori appartenenti allo spettro blu-giallo. Ecco qui i dettagli.