Quando si parla di una storia falsa (o nella più utilizzata versione anglofona “fake news”) spesso ci si riferisce ad essa come una bufala. Come spesso accade quando si tratta di modi di dire, è difficile affermare quale sia la sua esatta origine. Possiamo dire con certezza che la parola “bufalo” deriva dal latino bubălus, derivante a sua volta dal greco βούβαλος, e si riferisce al noto animale. Sul come questo termine abbia poi assunto il significato di “storia falsa” ci sono diverse teorie.
Pare che iniziò ad essere usato con questa accezione nel dialetto romanesco e che si sia diffuso poi, negli ultimi decenni, nel linguaggio comune e nell’italiano. L’espressione romanesca “Arifilà ‘na bufola” va tradotta, infatti, come “truffare qualcuno”, “vendere a prezzo alto un bene di poco valore”. Difatti questo animale era ritenuto come qualcosa di scarso valore, che richiamava ambienti paludosi e poveri, e solo di recente ha assunto una maggiore importanza dato il suo ruolo primario nella produzione della mozzarella.
Un’altra ipotesi è quella che possa derivare dall’espressione “menare per il naso come una bufala”. I buoi e i bufali, infatti, venivano trascinati per l’anello attaccato al naso: allo stesso modo, con una storia falsa, l’interlocutore porta a spasso, trascinandolo come un bufalo, il credulone.