La Gioconda di Leonardo da Vinci è probabilmente l’opera d’arte più famosa del mondo: è conosciuta da moltissime persone, e anche chi non ha passione per l’arte l’ha vista almeno una volta e la ricorda. Eppure si tratta di un dipinto che non attira particolarmente lo sguardo: di dimensioni contenute (77×53 centimetri), e con un soggetto piuttosto semplice, non è un quadro che cattura l’occhio di uno spettatore casuale, come fanno altre opere più appariscenti e altrettanto pregevoli; inoltre, l’importanza pittorica dell’opera può essere capita agevolmente soltanto da esperti. Allora perché proprio questo dipinto è diventato il simbolo stesso dell’arte pittorica a livello mondiale? Beh il merito, probabilmente, è da attribuire ad un italiano…ma non Leonardo da Vinci!
L’opera venne realizzata agli inizi del XVI secolo e fu portata in Francia dallo stesso Leonardo pochi anni dopo, dove fu acquistata dal Re di Francia Francesco I, per poi finire esposta, dagli inizi del XIX secolo, al Museo del Louvre di Parigi. E fu qui che ebbe inizio la vicenda che trasformò il dipinto, fino a quel momento “uno dei tanti”, in un simbolo conosciuto a livello mondiale. Nell’estate del 1911 infatti l’opera venne misteriosamente rubata dal museo! Ne scaturì una serie di eventi che coinvolse diverse personalità di spicco dell’epoca che vennero sospettate del furto, tra cui anche Pablo Picasso e Guillaume Apollinaire; alcuni pensarono addirittura ad un coinvolgimento della Germania. Per due anni non si seppe nulla, ma la verità, infine, emerse nel 1913.
Il colpevole venne identificato con Vincenzo Peruggia, un imbianchino italiano che, chiamato al Louvre per un lavoro, aveva sottratto il dipinto portandolo poi con sé in Italia. Per due anni tenne l’opera, per poi cercare di piazzarla, venendo facilmente arrestato. L’uomo, che aveva un lieve ritardo mentale, era mosso, a suo dire, da ideali patriottici: avendo letto delle opere sottratte in Italia da Napoleone durante le sue conquiste, Peruggia si convinse che esse appartenessero all’Italia e, essendosi trovato nella situazione di farlo, si era quindi impossessato del quadro, che venne scelto casualmente proprio per le ridotte dimensioni. E’ curioso notare come Peruggia scelse un’opera che in realtà non era stata rubata, ma si trovava in Francia da diversi secoli: d’altronde, l’idea che la Gioconda sia stata portata in Francia da Napoleone è diffusa ancora oggi.

La vicenda si risolse con facilità. Peruggia venne punito in maniera leggera, visti i suoi problemi e grazie anche agli “ideali” che lo muovevano. Le autorità italiane e francesi si accordarono per una restituzione in grande stile: vennero organizzate infatti diverse esposizioni del dipinto a Firenze e Roma, prima di farlo rientrare, con grandi onori, in Francia. L’intera vicenda attirò l’attenzione di moltissime persone, compresi i ceti popolari che, solitamente, non avevano contatti di alcuni tipo con l’arte. Da questo momento in avanti, l’opera divenne famosissima, nel bene e nel male: molti artisti iniziarono ad omaggiarla e citarla, mentre alcuni mitomani provarono in vari momenti a rovinarla e distruggerla. Episodi questi che hanno continuato ad aumentare la fama di questo dipinto, le cui fortune però ebbero inizio con l’ingenuo patriottismo di Vincenzo Peruggia.
Per Leonardo da Vinci la Gioconda, potrebbe essere un’ultima Madonna che apparirà in tempi apocalittici, senza il Bambino con sé, contrariamente alle molte Madonne da lui precedentemente dipinte. Monna Lisa è la Madonna che precede il Giudizio Universale, di Michelangelo e quello finale ad opera del Figlio. Leonardo prima della Gioconda aveva dipinto un Gesù come Salvator Mundi, che ricorda la figura della Gioconda, ma i figli maschi assomigliano alle madri. La Gioconda è un volto madre, che contiene tutti i volti, a partire da quello dell’autore. Ma chi è più madre di Maria!? La Gioconda è la profezia della Madonna di Medjugorje? Cfr. ebook/kindle: L’Apocalisse secondo Leonardo e Michelangelo