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Perché Kubrick non ha mai vinto un Oscar?

Considerato tra i più grandi registi di tutti i tempi, eppure mai premiato dall’Academy. Per quale motivo?

Kubrick giovane tiene in mano macchina fotografica
Foto dal magazine Look

Stanley Kubrick è stato sicuramente uno dei registri più conosciuti e apprezzati a livello mondiale, ritenuto da molti il migliore di sempre e considerato un vero e proprio genio dell’arte cinematografica. Molti dei suoi film sono capolavori indiscussi, pietre miliari della storia del cinema. Si parla quindi di un vero e proprio maestro di cinema, che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia di questo medium. Eppure, nonostante questo, in tutta la sua carriera Kubrick non ha mai vinto quello che viene ritenuto il più importante riconoscimento cinematografico, ovvero gli Academy Award, o premi Oscar. O meglio, non ha mai vinto un premio Oscar per le categorie principali, miglior film e miglior regia, avendo comunque ottenuto una statuetta per gli effetti speciali di “2001: Odissea nello Spazio“. Sorge quindi spontaneo chiedersi come sia possibile ciò. In realtà non esiste UNA risposta, unica e definitiva, ma piuttosto una serie di fattori che complessivamente hanno dato vita a questa, apparente, contraddizione.

Una prima osservazione da fare però riguarda i premi Oscar, e più in generale i riconoscimenti cinematografici. Per quanto possano essere dotate di autorevolezza, competenza e oggettività nelle analisi, le giurie e le commissioni incaricate di assegnare i premi rimangono composte da persone, dotate di un proprio gusto personale, una propria inclinazione e propri criteri di giudizio soggettivi. Le valutazioni dei membri dell’Academy non sono una misurazione tecnica, numerica, quale può essere quella di una gara di velocità, ma piuttosto un giudizio qualitativo. Per questo, la logica per cui la qualità di un film dipenda da un premio è estremamente limitata e limitante: basti pensare che, così come Kubrick, altri grandissimi registi non hanno mai vinto un premio Oscar, su tutti Alfred Hitchcock e Orson Wells, il cui capolavoro Quarto Potere (per molti il miglior film della storia del cinema) non riuscì a vincere nient’altro che la statuetta per la migliore sceneggiatura.

Tornando a Kubrick, gli aspetti che ne hanno limitato le possibilità di vittoria sono diversi. Il primo di tutti è semplice: ha fatto pochi film e di conseguenza ha avuto minori occasioni per vincerlo. In tutta la sua carriera infatti, Kubrick diresse soltanto 13 lungometraggi distribuiti lungo una carriera quarantennale. Di questi poi, circa la metà, pur essendo film di qualità, non sono dei capolavori assoluti come le altre pellicole. In tal senso, non è sicuramente uno scandalo che nessuno di questi film abbia ottenuto riconoscimenti.

A fronte dei film “più deboli”, rimangono però quelli più conosciuti e per i quali fa più rumore l’assenza di premi, da “2001: Odissea nello spazio” ad “Arancia Meccanica”, da “Barry Lyndon” a “Full Metal Jacket“. In questi casi, la scarsa considerazione ottenuta si può attribuire a un mix di sfortuna e “scarso appeal“. Per quanto possano essere orientati a premiare i film più meritevoli, i membri dell’Academy sono espressione di un ambiente, quello di Hollywood, estremamente permeabile rispetto a certe dinamiche di marketing “sociale”. Nella scelta dei vincitori riveste infatti una certa importanza il lavoro di di promozione e di relazioni diplomatiche che i registi e le case di produzione riescono a creare nell’ambiente cinematografico: da questo punto di vista, la “caccia all’Oscar” si può interpretare quasi come una “campagna politica” verso i giurati/elettori. E in tal senso, Kubrick non fu decisamente un buon diplomatico, piuttosto distante dall’ambiente glamour di Hollywood, come confermato dalle numerose testimonianze di chi ebbe modo di lavorare con lui.

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Un aspetto decisamente importante è stato poi quello relativo alle tematiche e ai generi. Trattare il “tema giusto”, essere in linea con il sentimento generale del pubblico (e della giuria) può essere infatti decisivo per la vittoria di un premio Oscar. Da questo punto di vista, Kubrick si è quasi sempre trovato ad essere piuttosto avanti nei temi trattati, ottenendo meno considerazione di quanta meritasse da parte dei propri contemporanei. In molti casi essi non erano ancora “pronti” per il suo cinema “controverso”, come nel caso di Arancia Meccanica, o ancora legati a certe logiche di genere cinematografico, che portò “2001: Odissea nello spazio” ad essere meno considerato in quanto film di fantascienza (all’epoca considerato un genere minore, popolare) rispetto ai musical che andavano per la maggiore a cavallo tra gli anni ’60 e ’70.

Infine, per spezzare una lancia in favore della giura degli Oscar, bisogna riconoscere che negli anni in cui Kubrick avrebbe potuto ottenere dei premi si trovò a competere con film di indubbio valore, sia relativamente ai gusti dell’epoca, sia in senso assoluto. Due musical come “My Fair Lady” e “Oliver” (che vinsero, rispettivamente, nell’anno di “Dr. Stranamore” e “2001: Odissea nello spazio“) sono tra le migliori espressioni di questo genere, che negli anni ’60 era al culmine della sua popolarità, mentre film come “Il braccio violento della legge” (del 1971 come “Arancia Meccanica“), o “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (del 1975, anno di “Barry Lyndon“) sono pellicole di assoluto spessore ancora oggi.

Da quanto detto emerge quindi un quadro complesso di vari fattori che hanno impedito a Kubrick di ottenere il riconoscimento del premio Oscar: il suo essere avanti rispetto al suo tempo, la scarsa attività di cura delle relazioni sociali, la concorrenza di ottimi film sono tra le ragioni che gli hanno impedito di ottenere i premi che probabilmente meritava. E che tuttavia non impediscono a noi di poter godere della sua eccezionale arte.

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