Il tennista serbo Novak Djokovic mentre si allunga per recuperare una palla.
Nel tennis, per vincere un game è necessario fare quattro punti: 15, 30, 40 più un altro. Se ci si trova sul 40 pari, per vincere il game bisogna prima ottenere un punto di vantaggio e poi ottenerne un altro, in modo da avere due punti di vantaggio sull’altro tennista. Ma, allora, non sarebbe stato più semplice indicare i punti con 1, 2, 3 e 4? Da dove deriva il punteggio utilizzato?
Due sono le ipotesi più accertate, visto che ad oggi non è stato possibile avere dei dati certi.
La prima risale al Medioevo (Iil tennis fu inventato a fine ‘800) e dice che, nel gioco della pallacorda, antenato del tennis, ogni volta che la palla si fermava sul terreno di gioco, venivano fatti dei segnali per terra, chiamati “cacce“; ogni 15 cacce si segnava un punto, e così via, fin quando si vinceva il game.
La seconda invece si basa sul fatto che si usava un orologio per segnare i punti, spostandone le lancette di un quarto dopo ogni punto conquistato da uno dei due tennisti, e dunque, quando il giro finiva, terminava anche il game.
Per motivi di pronuncia, il 45 sarebbe stato successivamente scambiato con il 40, definito più armonioso.
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