Il Colosseo, originariamente Anfiteatro Flavio, è uno dei simboli dell’Italia (qualora non ve ne foste accorti, sta sui 5 centesimi), nonché una delle sette meraviglie del mondo moderno. Il nome “comune” del più importante monumento dell’antica Roma che sia giunto fino a noi resta un piccolo mistero.
Tutti sappiamo che veniva usato come arena per i combattimenti dei gladiatori, o contro/tra animali, ma probabilmente non conosciamo il motivo del suo nome attuale, che si diffuse solo nel Medioevo. Ci sono due teorie su questo.
La prima è molto semplice: il nome deriverebbe dalla deformazione popolare dell’aggettivo latino “colosseum” (traducibile in “colossale”, come appariva nell’Alto Medioevo tra le casette a uno o due piani).
La seconda è più complessa ma più probabile. Un po’ come l’antica meraviglia chiamata “Colosso di Rodi”, anche gli antichi romani hanno avuto una sorta di Statua della Libertà, detta “Colosso di Nerone”. Ad oggi ne abbiamo solo il basamento, ma sappiamo per certo che la statua bronzea originariamente raffigurante l’imperatore Nerone era alta circa 35 metri. Successivamente fu convertita nel dio Sole da Vespasiano che, secondo le scritture, impiegò la bellezza di 24 elefanti per spostarla dall’atrio della Domus Aurea a quella del teatro Flavio, che da tale colosso prese appunto il nome di Colosseo. Purtroppo il colosso andò distrutto nel sacco di Roma del 410 o in un terremoto poco più tardi.