Dopo la morte sono vari i cambiamenti che avvengono nel corpo. Tra questi il cosiddetto livor mortis, ossia la decolorazione del corpo. Questa inizia ad avvenire intorno a 30 minuti dopo la morte, e continua a crescere di intensità per fermarsi dopo circa 9 ore (se il corpo rimane fermo). Questo fenomeno viene anche chiamato ipostasi cadaverica, ma a che cosa è dovuto?
Il livor mortis è una conseguenza della stasi nel corpo del sangue che non viene più pompato dal cuore e, per effetto della gravità, filtra lentamente verso il basso. In questo modo, nella parte inferiore del cadavere, si formano le cosiddette macchie ipostatiche, di colore rosso/violaceo, da cui è anche possibile dedurre la posizione in cui si trovava il cadavere dopo la morte.
Altre variazioni del colore del cadavere (dal verde al nero, passando per il viola) sono poi dovute alla decomposizione del corpo. Sono i batteri e gli enzimi dell’apparato digerente ad iniziare questo processo, creando gas nell’intestino e causando il rigonfiamento dell’addome. Può succedere che la fuoriuscita di questi gas causi i cosiddetti fuochi fatui, ossia quelle fiammelle, solitamente di colore blu, causate proprio dalla combustione dei gas derivati dalla decomposizione dei resti organici.