Il sapone di Marsiglia è un sapone tradizionale prodotto con oli vegetali nella zona attorno a Marsiglia, in Francia, da circa 600 anni. Esso deriva dal sapone di Aleppo: come abbiamo visto nell’articolo sul sapone gli Arabi padroneggiavano migliori tecniche di saponificazione, che nel Medioevo si diffusero attraverso il bacino del Mediterraneo.
Tradizionalmente il sapone veniva realizzato mescolando acqua di mare, olio d’oliva, e ceneri alcaline ottenute bruciando principalmente salicornia, una pianta che cresce in acque salmastre. La miscela veniva riscaldata per diversi giorni, finché non fosse pronta, dopodiché versata negli stampi e lasciata riposare. Per l’intero processo poteva volerci anche un mese. Il sapone risultava di un colore verde tenue o tendente al giallo.
La prima fabbrica di sapone a Marsiglia fu fondata nel 1593. Nel secolo successivo la produzione aumentò rapidamente, con 7 fabbriche che producevano quasi ventimila tonnellate di sapone all’anno. Sotto il regno di Luigi XIV, la qualità delle produzioni marsigliese era tale che il “Sapone di Marsiglia” divenne un nome comune. I saponai dovevano cessare la loro attività d’estate poiché il calore nuoce alla qualità del sapone.
Nel diciannovesimo secolo nuovi tipi di grassi furono importati e transitarono per il porto di Marsiglia: gli oli di palma, d’arachide, di cocco e di sesamo che furono utilizzati per la fabbricazione del sapone. Oggi ci sono due varietà principali di sapone di Marsiglia: quello più tradizionale, con olio d’oliva, verdastro, descritto prima, e l’altro, bianco, con olio di copra e/o di palma.
Il sapone può essere usato per pulizie casalinghe o l’igiene personale. Può addirittura essere usato in agricoltura come pesticida. Essendo più delicato, viene consigliato al posto dei comuni detergenti per chi ha la pelle particolarmente sensibile o soffre di allergie ai detergenti di natura sintetica.