I corn flakes sono fiocchi di mais tostati, con aggiunta di zucchero e vitamine. Una tazza di latte e cereali è ciò che mangiamo per colazione da più di 100 anni. Eppure, la storia della loro invenzione è particolare, andiamo a scoprirla.
Siamo nella seconda metà dell’Ottocento in America, più precisamente in Michigan, e in quegli anni nasce la Chiesa cristiana avventista del settimo giorno (nome lunghetto, già), che prevede regole abbastanza rigide sull’alimentazione (vegetarianismo, principalmente).
Ancora più rigida era la visione di Sylvester Graham, dietista della prima metà dell’Ottocento, secondo il quale la carne, il latte e le spezie erano da bandire dalla dieta in quanto causa di ogni impulso sessuale, asserendo infatti che le sostanze animali “producessero” lussuria, malattia della mente, la quale a sua volta avrebbe portato alla malattia del corpo.
Avventista e grahamita lo era John Harvey Kellogg, soprintendente di un sanatorio a Battle Creek (Michigan). La dieta vegetariana che imponeva era costituita solamente da cibi insipidi: era infatti un sostenitore dell’astinenza sessuale e riteneva che i cibi dolci o piccanti potessero aumentare le passioni.
Un giorno lui e suo fratello, Will Keith Kellogg, lasciarono un po’ di semi di grano cotto a raffreddare, mentre risolvevano dei problemi al sanatorio. Tornati molto dopo trovarono il grano ormai raffermo, ed essendo in ristrettezze economiche decisero di appiattirlo coi rulli tentando di farne lunghe sfoglie, sperando di renderlo nuovamente mangiabile. Ottennero invece dei fiocchi, che poi tostarono dando vita ai corn flakes. Poco tempo dopo il prodotto fu brevettato col nome di Granose.
Il prodotto fu immesso dai fratelli in qualsiasi dieta, e più di 20 anni dopo Will K. Kellogg fondò la nota azienda Kellogg’s, lanciando sul mercato i corn flakes, non prima di aver litigato col fratello sull’aggiunta di zucchero, per rendere il prodotto più… mangiabile.