Il cosiddetto terzo occhio, a volte detto “occhio interiore”, viene spesso nominato nell’ambito dell’esoterismo, come capace di percepire realtà situate oltre la nostra percezione visiva. Nella spiritualità new Age simboleggia uno stato di illuminazione mentre nelle tradizioni religiose orientali corrisponde al sesto chakra, detto della fronte. Ma c’è un fondo di verità in questa storia?
Pare proprio di sì. Alcuni anfibi, rettili e pesci posseggono questo “terzo occhio”, detto più propriamente occhio parietale o pineale. Di cosa si tratta? E perché non ci avete mai fatto caso?
Intanto non è un vero e proprio occhio. Si tratta di una piccola area sulla superficie della testa composta da cellule fotosensibili, ma non serve effettivamente per vedere. Esso riceve la luce e invia informazioni alla ghiandola pineale, una ghiandola del cervello deputata soprattutto al controllo dei cicli circadiani, ossia di alternanza fra veglia e sonno, e di produzione di ormoni per la regolazione della temperatura corporea. È stato dimostrato che alcune specie di lucertole lo usino anche per orientarsi.

Inoltre è solitamente molto piccolo, quindi non ben visibile. Invece in alcuni pesci, come tonni e squali, è visibile come un punto luminoso in cima alla testa. In uccelli e mammiferi questo “terzo occhio” è totalmente assente, nonostante la ghiandola pineale assolva invece le sue funzioni.
E voi, avete (ri-)svegliato il vostro terzo occhio?
Ecco la rpova ulteriore che l’animale u-mano che mangia gli altri Animali è un cannibale eperirà di kuru o morbo della mucca pazza.